giovedì 2 agosto 2012

To bid you farewell...

...ma sarebbe meglio un semplice arrivederci.
Finalmente si parte.

E' qui che andrò:


È in noi che i paesaggi hanno paesaggio. Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo. […] La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo.

Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine


Porterò qualche libro e un pò di musica. Fanculo agli ipod. Lettore mp3 (Five Finger Death Punch - Remember Everything; Rush - The Garden; Ne Obliviscaris - Forget Not; Anathema - Untouchable 1&2; Killing Joke - In Cythera; Dismember - Dreaming in Red; The Cure - Disintegration; Testament - True American Hate; Lunar Aurora - Gesterwoid...).

Un sentito ringraziamento a quei quattro gatti che mi leggono.
Enjoy:





mercoledì 1 agosto 2012

Castelli di sabbia per due

Che sia l'amore tutto ciò che esiste
È ciò che noi sappiamo dell'amore;
E può bastare che il suo peso sia
Uguale al solco che lascia nel cuore.

Così Emily Dickinson sull'amore romantico, in questi splendidi, "insaturi", polisemici versi. Inconoscibilità esterna (che l'amore rappresenti la totalità, l'infinito, è "tutto" ciò che ne sappiamo) e peso interiore (il solco che lascia nel cuore, nell'àmbito del nostro mondo interno). Un peso non commensurabile da una bilancia, insignificante sul piano della realtà ostensibile, eppure enorme per come lo sentiamo e viviamo dentro di noi quando, per esempio, soffriamo per amore. Di contro, si pensi all'insostenibile leggerezza dell'essere, al volo pindarico che ci spinge ad andare verso qualcuno che ci dà gioia, ricambiando i nostri sentimenti. La Dickinson sembra evocare, in altri termini, l'estrema modalità di sostituire la realtà esterna con la propria realtà psichica, coagulando "un pensiero non ancora pensato" da Freud, circa una delle caratteristiche del modo di essere inconscio della mente. Quando amiamo, scriveva Matte Blanco, l'oggetto del nostro desiderio possiede in grado infinito le innumerevoli caratteristiche della desiderabilità. Lui o lei racchiudono la gruppalità, l'insieme di tutto quello che significhiamo quale amore: dallo struggimento alla beatitudine, contemplando lo spettro che va dal codice materno a quello paterno, dal perdere i propri confini al ricongiungersi nell'atto sessuale. In lui o in lei si condensano e si irradiano tutti i lui e le lei di cui siamo stati innamorati. Sostituiamo "la realtà" di chi amiamo con l'emanazione di un sentire senza spazio e senza tempo.
L'amore è una follia, quindi, e si dispiega lungo un continuum di emozioni che ci sembrano incontenibili. Ma l'amore è una follia di cui possiamo prenderci cura se partiamo dal presupposto consapevole che non può sussitere al di fuori dell'idealizzazione. Tuttavia una cosa è confrontare un modello di idealità precostituito con colui o colei che incontriamo; altra, ben più difficile cosa è costruire entro un percorso di conoscenza "insatura" l'idealità dell'Altro. E' infatti assai diverso procedere nell'ottica modello/scarto dal modello, rispetto al "conoscersi per condividere" o al "ri-conoscersi per condividere", qualora, nell'ultimo caso, si voglia provare a non darsi per scontati. Ciò può implicare anche il passaggio attraverso gli accomodamenti e le assimilazioni che l'aggressività e la distruttività ci prospettano, nel percorso incerto e difficile di una relazione duratura.

Sul tema dell'amore romantico suggerisco il bellissimo volume del compianto Stephen Mitchell, edito da RaffaelloCortina: L'amore può durare? Il destino dell'amore romantico.



Ne riporto integralmente un paragrafo "chiave", per sviluppare l'accenno al coinvolgimento, alla condivisione e all'incertezza cui facevo riferimento poco più su.

Castelli di sabbia per due

Le riviste popolari che danno consigli alle persone le quali portano avanti stancamente le loro relazioni, offorno molti suggerimenti sulle cose che bisogna fare per migliorarle. Ma sarebbe molto meglio riflettere su quello che si sta già facendo! La spontaneità, come sanno bene le persone che fanno meditazione, non si ottiene con l'azione, ma astenendosi dalle proprie azioni abituali e scoprendo quello che succede. Desiderio e passione non sono frutto della premeditazione, ma fanno la loro comparsa in contesti specifici, e dobbiamo impegnarci molto per costruire contesti in cui il desiderio e la passione abbiano maggiore o minore probabilità di apparire.
E' molto più facile discernere qual è il nostro ruolo nella costruzione dei contesti dei nostri coinvolgimenti che comprendere il ruolo che abbiamo nella costruzione dei contesti che ci permettono di essere spontanei. Tendiamo a pensare di avere un controllo onnipotente sui nostri coinvolgimenti e a esaltare l'aspetto romantico della perdita di controllo nella spontaneità. Costruiamo città, inventiamo i nostri ambienti, a volte come fossimo dèi, e poi romanziamo la natura selvaggia come se (con kayak e scarpe da trekking) potessimo incontrarla incontaminata e intatta. Ma nei fatti d'amore, i coinvolgimenti più profondi e autentici possono essere costruiti e mantenuti solo se si resta consapevoli del cambiamento e della trasformazione che prescindono dal nostro controllo. I coinvolgimenti amorosi romantici non implicano una devozione alla stasi, ma una dedizione a un processo aperto all'incertezza. La passione genuina, a differenza delle sue forme degradate, non è scissa da un profondo desiderio di sicurezza e prevedibilità ma è in una relazione continua e dialettica con questo desiderio. Per conservare vitali e solidi i coinvolgimenti romantici è cruciale che essi non siano così rigidi da eliminare la spontaneità, e che la spontaneità non sia così rigida da precludere il coinvolgimento.
Le proliferanti realtà del mondo esterno in cui abitiamo sono rispecchiate dalle complessità sempre più profonde della nostra autocomprensione. Vogliamo e abbiamo bisogno allo stesso tempo di molte cose diverse: affidabilità e sorpresa, avere e desiderare, conoscere e immaginare. E nelle nostre relazioni più appassionate sentiamo molte cose diverse in rapida successione: desiderio, vulnerabilità, adorazione, tradimento, odio, sofferenza, colpa e forse rinascita. Ma non è semplice determinare se la stabilità che tanto desideriamo sia realtà, illusione o delirio e se la costruzione di questi castelli ci porti fuori dalla vita o generi un mondo in cui si possa essere creata una vita più vibrante e piena di significato.
Per i delicati paradossi dell'amore romantico sono fondamentali il desiderio di stabilità e la certezza che emerge dal desiderio. L'euforia della passione romantica genera dichiarazioni di continuità e sicurezza che, se prese troppo sul serio, possono solo spegnere la libertà e la spontaneità che in un primo momento erano alla base della passione. "Verde e morente mi trattenne il tempo", dice Dylan Thomas nella poesia "Colle delle felci": verde e morente, vivo ma cangiante, in crescita e sul punto di sparire, preso nei ceppi del tempo, ma mentre canto.
L'amore romantico è un castello di sabbia per due. E' una condizione necessaria per la passione, ma non è permanente. I castelli di sabbia per due dell'amore romantico richiedono, a causa della loro natura mutevole, un'opera di continua ricostruzione. L'intimità appassionata richiede una molteplicità di legami che non possono abitare in una sistemazione singola e stabile. L'inevitabilità del continuo mutare, come la marea montante di Nietzsche, spazza via i castelli di sabbia e smentisce le aspirazioni di permanenza.
Non stupisce che il degradarsi dell'amore romantico e la segregazione dei sui diversi aspetti sia tanto comune: i capricci impliciti nella costruzione di questi castelli di sabbia ci separano dalla "terra firma", dal senso di stabilità e prevedibilità di cui abbiamo bisogno, e l'eccitazione dell'amore romantico è rimpiazzata dalle passioni delle soap opera e dai pettegolezzi sulle celebrità. La popolarità dei libri di autoaiuto sulle relazioni esprime il desiderio profondo e diffuso di una specie di Baedeker romantica, di una mappa relazionale che ci aiuti a distinguere la sabbia da materiali di costruzione più resistenti e a risolvere queste tensioni.
Ma l'amore romantico non si coltiva risolvendo le tensioni presenti in una relazione, scoprendo un segreto o cercando in tutti i modi di inventare la novità. Coltivare l'amore romantico in una relazione è un'operazione che ha bisogno di due persone che sono affascinate dai modi in cui, individualmente e insieme, generano forme di vita su cui sperano di poter contare. Implica una tolleranza della fragilità di queste speranze intrecciate di realtà e fantasie, e una comprensione di come, nella ricchezza della nostra vita, le realtà divengano spesso fantasia, e le fantasie divengano spesso realtà.